lunedì 4 gennaio 2016

JUNG, IL PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE E L'OMBRA




“Le affinità elettive su cui si basa la scelta amorosa non sono le parti ‘belle’ dell’individuo, ma quelle peggiori, quelle che appartengono alla dimensione dell’Ombra.”
Aldo Carotenuto







Il concetto di individuazione ha nella nostra psicologia una parte tutt’altro che trascurabile. 
L’individuazione è in generale il processo di formazione e di caratterizzazione dei singoli individui, e in particolare lo sviluppo dell’individuo psicologico come essere distinto dalla generalità, dalla psicologia collettiva. 
L’individuazione è quindi un processo di differenziazione che ha per meta lo sviluppo della personalità individuale. La necessità dell’individuazione è una necessità naturale, in quanto che impedire l’individuazione, mercé il tentativo di stabilire delle norme ispirate prevalentemente o addirittura esclusivamente a criteri collettivi, significa pregiudicare l’attività vitale dell’individuo. L’individualità è però già data fisicamente e fisiologicamente e si esprime analogamente anche nel suo aspetto psicologico. 
Per il fatto stesso che l’individuo non è soltanto un essere singolo, ma presuppone anche dei rapporti collettivi per poter esistere, il processo di individuazione non porta all’isolamento, bensí a una coesione collettiva piú intensa e piú generale.

Secondo Jung, l’Ombra è tutto ciò che in noi non è cosciente, una componente della personalità che generalmente è oscura, perché racchiude i desideri che la nostra coscienza disapprova, ritenendoli causa di inquietudine e angoscia. 
Essa rappresenta tutti i contenuti rifiutati, rimossi e non autorizzati dalla coscienza, per l’educazione e le influenze a cui è sottoposto l’individuo.
L’Ombra riguarda quegli aspetti della personalità relativi a colpe, vergogne, autosvalutazione, infantilismi, aspetti che generalmente si tende a proiettare su altre persone. 
Se il meccanismo di proiezione è eccessivo, l’individuo rischia di identificarsi troppo con la sua parte “luce” e cioè con la Persona che rappresenta, la maschera con la quale l’individuo “gioca” il suo ruolo nel mondo e con gli altri; è l’aspetto pubblico che ogni uomo mostra in società.

Esiste anche il rischio opposto e cioè essere posseduti dalla propria Ombra.


Avventurarsi attraverso strade ignote non è facile. Si deve trovare il coraggio di intraprendere nuovi percorsi, senza punti di riferimento, accantonare il proprio bagaglio conoscitivo e confidare solo sulle proprie forze. 
Come diceva Proust: “Due strade incontrai nel bosco ed io scelsi quella meno battuta, ecco perché sono diverso”, proprio come la figura dell’Eroe narrativo è sempre accompagnata da un senso di solitudine. Ma è così che diventa eroe.
Secondo Jung la nostra psiche è bipolare, cioè possiede due lati opposti ben distinti: conscio e inconscio, positivo e negativo, luce e ombra.
L’Ombra è la parte più inferiore della nostra personalità, il nostro lato Oscuro che si confronta con la nostra positività. Rifiutare la propria Ombra ci condanna a vivere in modo parziale, costringendo questo lato di noi a una vita autonoma al di fuori della nostra personalità, che in ogni caso può manifestarsi, per esempio con antipatie ingiustificate o rabbia esplosiva, e che ci impedisce di maturare e trovare la nostra individualità. 

Perché la nostra singolarità irripetibile risiede proprio nella nostra Ombra.

L’individuazione comincia con la ricognizione e l’integrazione dell’Ombra nella personalità. Nell’istante in cui l’uomo accetta, nella propria dinamica psichica l’Ombra, egli accetta di individualizzarsi.


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