venerdì 27 giugno 2014
Sandro Filipepi detto il BOTTICELLI - Venere e Marte (London, National Gallery)
Il dipinto risale al 1492-93, ed è realizzato in tecnica mista su tavola.
Nel dipinto vengono rappresentati i due Dei e alcuni Satiri, distesi su una radura.
Marte giace esausto nella "piccola morte", quel profondo sonno che segue al rapporto sessuale, consumato con la Dea, Venere, Dea dell'amore e della bellezza: rapporto adulterino in quanto sposa di Vulcano.
Il sonno del Dio della Guerra è talmente profondo, dalla spossatezza, che nemmeno la tromba di uno dei satiri riesce a risvegliarlo, come neanche gli altri due della parte superiore che giocano con le sue armi.
Venere, per contro, è sveglia e persa nel contemplare le fattezze dell'amante, con lo sguardo malinconico. elemento, questo, di inquietudine nel dipinto, al pari del sonno particolarmente profondo di Marte.
Il significato, non attribuito dall'autore, potrebbe essere la forza "civilizzatrice" dell'amore nei confronti della forza e della violenza.
Una curiosità: il satiro nelle parte inferiore del dipinto pare stringa tra le mani un frutto di Datura antimonium, pianta allucinogena, la stessa utilizzata nei sabba delle streghe per gli effetti particolarmente afrodisiaci.
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