lunedì 21 dicembre 2015

Hiroshima mon amour (A.Resnais, 1959)


Hiroshima mon amour: un folm del 1959, diretto da Alain Resnais, il cui tema centrale è l'oblio, l'idea della fusione, e l'impossibilità di tale fusione se non nella morte o nell'idealizzazione dell'istante destinato a finire.


Lui: “Tu non sai dimenticare.” 
Lei: “ Come te sono dotata di memoria e conosco l’oblio.” 
Lui: “Tu non sai ricordare.” 
Lei: “Come te, anch’io ho cercato di lottare con tutte le mie forze contro la smemoratezza e come te ho dimenticato. Come te ho desiderato avere un’inconsolabile memoria. Una memoria fatta d’ombra e di pietra. Ho lottato da sola, con violenza, ogni giorno, contro l’orrore di non poter più comprendere il perché di questo ricordo. Come te, ho dimenticato. Perché negare l’evidente necessità del ricordo. Ascoltami, io lo so tutto ciò si ripeterà: duecentomila morti, ottantamila feriti in nove secondi, queste cifre sono ufficiali, ma tutto ciò si ripeterà. Avremo diecimila gradi sulla terra. Diecimila soli si dirà, brucerà l’asfalto, regnerà un profondo disordine, un’intera città sarà sollevata da terra e ricadrà in cenere e vegetazioni nuove sorgeranno dalla sabbia. Quattro studenti attendono insieme una morte fraterna e leggendaria. I sette bracci dell’estuario a delta del fiume Ota si svuotano e si riempiono all’ora solita, più precisamente alle ore solite, di un’acqua fresca e pescosa, grigio azzurra, secondo l’ora e le stagioni. Ma le genti non guarderanno più lungo le rive fangose il risalire lento della marea dei sette bracci dell’estuario a delta del fiume Ota. Io ti incontro e mi ricordo di te. Chi sei tu? Tu mi uccidi. Tu mi fai del bene. Come avrei potuto sapere che questa città era fatta per il mio amore? Come avrei potuto sapere che il tuo corpo si adatta al mio? Tu mi piaci, che avvenimento. Tu mi piaci … che languore all’improvviso. Che dolcezza, tu non puoi sapere. Tu mi uccidi, tu mi fai del bene … Tu mi uccidi, tu mi fai del bene. Ho ancora tempo, te ne prego: divorami, deformami fino all’orrore. Perché non te? Perché non te in questa città e in questa notte tanto simile alle altre, al punto di rendersi irriconoscibile. Te ne prego … E’ pazzesco che tu abbia una bella pelle…”




Come te anch'io ho cercato di lottare con tutte le mie forze contro la smemoratezza. E come te ho dimenticato. Come te ho desiderato avere un'inconsolabile memoria, una memoria fatta d'ombra e di pietra. Ho lottato da sola con violenza, ogni giorno, contro l'orrore di non poter più comprendere il perché di questo ricordo. Come te, ho dimenticato.


Sei come mille donne insieme.


È come l'intelligenza, la follia. Lo sai? Non si può spiegarla, proprio come l'intelligenza: ti viene addosso, ti riempie di sé, e allora la capisci. Ma quando t'abbandona, non la capisci più.


Tra qualche anno quando ti avrò dimenticata io mi ricorderò di te come dell'oblio dell'amore stesso, io penserò a questa storia come all'orrore dell'oblio


A Nevers sono stata giovane più che mai...


Come in amore esiste questa illusione, questa illusione di non poter mai dimenticare, comunque, io ho avuto l'illusione davanti a Hiroshima di non poter mai più dimenticare.


La notte non finisce mai a Hiroshima?

giovedì 4 giugno 2015

C'era una volta il west - Frasi memorabili



Cosa posso fare per voi, signora?
Vorrei avere dell'acqua, se non vi dispiace.
Acqua? Oh... Vedete, qui è dal tempo del diluvio universale che nessuno ha voluto più saperne dell'acqua.

^^^


La taglia su Cheyenne è cinquemila dollari, giusto?

Giuda s'è accontentato di 4.970 dollari in meno.
Non c'erano i dollari, allora.
Già, ma i figli di puttana sì

^^^


Frank, tu mi conosci da molto tempo: lo sai che puoi fidarti.

Oh, beh... Come si fa a fidarsi di uno che porta insieme cinta e bretelle, di uno che non si fida nemmeno dei suoi pantaloni?

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Meriteresti di più... 

L'ultimo che me l'ha detto è sepolto là fuori... 
Lo sai, Jill, mi ricordi mia madre: era la più: grande puttana del paese e la donna più in gamba che sia mai esistita. Chiunque sia stato mio padre, per un'ora o per un mese è stato un uomo molto felice!

^^^


E Frank?

Frank non è venuto… 
C'è un cavallo per me? 
Ehi ragazzi, è vero… ci siamo proprio dimenticati un cavallo! 
Ce ne sono due di troppo…

^^^


Signora, mi pare che non hai capito la situazione.

Ma certo che ho capito. Sono qui sola in mano a un bandito che ha sentito odore di soldi. Se ti piace puoi sbattermi sul tavolo e divertirti come vuoi, e poi chiamare anche i tuoi uomini. Be', nessuna donna è mai morta per questo. Quando avrete finito mi basterà una tinozza d'acqua bollente e sarò esattamente quella di prima, solo con un piccolo schifoso ricordo in più.

^^^



Ti mando giù a Yuma, Cheyenne. C'è una prigione molto più moderna lì: 
con più muri, più sbarre, più guardie.
Dopo i primi vent'anni ti piacerà, vedrai.

^^^


Tu non immagini quanta gioia mette in corpo a un uomo una donna come te... 

Anche solo vederla.

^^^

Che c'è, non ti piace la stoffa, Armonica?
Ho visto tre spolverini proprio come questi, tempo fa. Dentro c'erano tre uomini...
E allora?
E dentro gli uomini, c'erano tre pallottole...


^^^


Aspettavi me?

Da molto tempo.

^^^

Frank: Io non sono qui né per la terra, né per i soldi, né per la donna. 
Sono qui perché ora tu mi dirai cosa vuoi da me.
Armonica: Rischi di non saperlo mai….

^^^


Chi sei? 

John Cooper, Chackie Orland… 
Ancora dei morti! 
Erano tutti vivi, prima di incontrarti, Frank!

^^^Fra i tuoi amici la mortalità è piuttosto alta, Frank... 

Così tu sei quello degli appuntamenti... 
E tu sei quello che non ci va... 
Chi sei? Chi sei?

^^^

giovedì 30 aprile 2015

Adoro questa ragazza..!!!


Francesca Michielin, L'amore esiste 

Può nascere dovunque 
Anche dove non ti aspetti 
Dove non l'avresti detto 
Dove non lo cercheresti

Può crescere dal nulla 
E sbocciare in un secondo 
Può bastare un solo sguardo 
Per capirti fino in fondo

Può invadere i pensieri 
Andare dritto al cuore 
Sederti sulle scale 
Lasciarti senza parole 
L'amore ha mille steli 
L'amore ha solo un fiore

Può crescere da solo 
E svanire come niente 
Perché nulla lo trattiene 
O lo lega a te per sempre

Può crescere su terra 
Dove non arriva il sole 
Apre il pugno di una mano 
Cambia il senso alle parole

L'amore non ha un senso 
L'amore non ha un nome 
L'amore bagna gli occhi 
L'amore riscalda il cuore 
L'amore batte i denti 
L'amore non ha ragione

E' grande da sembrarti indefinito 
Da lasciarti senza fiato 
Il suo braccio ti allontanerà per sempre dal passato 
L'amore mio 
Sei tu 
L'amore mio 
Sei...

L'amore non ha un senso 
L'amore non ha un nome 
L'amore non ha torto 
L'amore non ha ragione 
L'amore batte i denti 
L'amore scalda il cuore

Può renderti migliore 
E cambiarti lentamente 
Ti da tutto ciò che vuole 
E in cambio non ti chiede niente 
Può nascere da un gesto 
Dall'accenno di un sorriso 
Da un saluto 
Da uno scambio 
Da un percorso condiviso

L'amore non ha un senso 
L'amore non ha un nome 
L'amore va negli occhi 
L'amore scalda il cuore 
L'amore batte i denti 
L'amore non ha ragione

L'amore non ha un senso 
L'amore non ha un nome 
L'amore va negli occhi 
L'amore scalda il cuore 
L'amore batte i denti 
L'amore non ha ragione

L'amore mio sei tu 
L'amore mio... 
Sei...

L'amore mio... sei tu 
L'amore mio... sei.


sabato 25 aprile 2015

Tosca..quando le parole sono musica..e la musica è divina




Estratti dall'ATTO I

Cavaradossi:
L'arte nel suo mistero
le diverse bellezze insiem confonde;
ma nel ritrar costei
il mio solo pensier, Tosca, sei tu! 

(...)

Tosca:

Non la sospiri la nostra casetta
che tutta ascosa nel verde ci aspetta? 

Nido a noi sacro, ignoto al mondo inter, pien d'amore e di mister?
Al tuo fianco sentire per le silenziose stellate ombre, salir le voci delle cose!...
Dai boschi e dai roveti, dall'arse erbe, 
dall'imo dei franti sepolcreti odorosi di timo,
la notte escon bisbigli
di minuscoli amori
e perfidi consigli
che ammolliscono i cuori.

Fiorite, o campi immensi, palpitate
aure marine nel lunare albor,
piovete voluttà, volte stellate!
Arde a Tosca folle amor! 

(...)

Cavaradossi:

Quale occhio al mondo può star di paro all'ardente occhio tuo nero?
È qui che l'esser mio s'affisa intero. 
Occhio all'amor soave, all'ira fiero! 
Qual altro al mondo può star di paro
all'occhio tuo nero!... 

(...)

Cavaradossi:

Mia vita, amante inquieta, 
dirò sempre: «Floria, t'amo!» 
Ah! l'alma acquieta,
sempre «t'amo!» ti dir
ò

(...)

Cavaradossi:

Scarpia?! Bigotto satiro che affina colle devote pratiche
la foia libertina

e strumento al lascivo talento
fa il confessore e il boia!
(...)

Scarpia:

Per ridurre un geloso allo sbaraglio
Jago ebbe un fazzoletto... ed io un ventaglio!...)


(...)

Tosca:

Ed io venivo a lui tutta dogliosa per dirgli: invan stassera,
il ciel s'infosca...
l'innamorata Tosca

è prigioniera... dei regali tripudi. 

Scarpia:

Va' Tosca! Nel tuo cuor s'annida Scarpia!
... È Scarpia
che scioglie a volo il falco
della tua gelosia. 

Quanta promessa
nel tuo pronto sospetto! 

A doppia mira
tendo il voler, né il capo del ribelle
è la più preziosa. Ah di quegli occhi
vittoriosi veder la fiamma
(con passione erotica)
illanguidir con spasimo d'amor fra le mie braccia...
(ferocemente)
l'uno al capestro, l'altra fra le mie braccia... 
(riavendosi come da un sogno)
Tosca, mi fai dimenticare iddio!
(s'inginocchia e prega con entusiasmo religioso) 



Estratti dall'ATTO II

Scarpia:

Ella verrà... per amor del suo Mario! Per amor del suo Mario... al piacer mio
s'arrenderà. Tal dei profondi amori,
è la profonda miseria. Ha più forte sapore la conquista violenta
che il mellifluo consenso. Io di sospiri e di lattiginose albe lunari

poco m'appago. Non so trarre accordi
di chitarra, né oroscopo di fior
(sdegnosamente)
né far l'occhio di pesce, o tubar come tortora!
(s'alza, ma non si allontana dalla tavola)
Bramo. ~ La cosa bramata
perseguo, me ne sazio e via la getto...
volto a nuova esca. Dio creò diverse
beltà e vini diversi... Io vo' gustar
quanto più posso dell'opra divina!

(...)

Cavaradossi:

L'alba vindice appar
che fa gli empi tremar! 

Libertà sorge, crollan tirannidi! 
Del sofferto martir
me vedrai qui gioir...
il tuo cor trema, o Scarpia, carnefice! 


(...)

Scarpia:

Già. ~ Mi dicon venal, ma a donna bella
(insinuante e con intenzione)
non mi vendo a prezzo di moneta. 
Se la giurata fede
devo tradir... ne voglio altra mercede. 
Quest'ora io l'attendeva!
Gi
à mi struggea
l'amor della diva! 
Ma poc'anzi ti mirai
qual non ti vidi mai!
Quel tuo pianto era lava ai sensi miei 
e il tuo sguardo
che odio in me dardeggiava,
mie brame inferociva!...

Agil qual leopardo
t'avvinghiasti all'amante. 

Ah! In quell'istante t'ho giurata mia!...
Mia! 

(...)

Scarpia:

Sai... quale oscura opra laggiù si compia? 
Là... si drizza un patibolo!... 

(...)

Tosca:

(nel massimo dolore)
Vissi d'arte, vissi d'amore,
non feci mai male ad anima viva!... con man furtiva
quante miserie conobbi, aiutai... sempre con f
é sincera,
la mia preghiera
ai santi tabernacoli sal
ì.
Sempre con fé sincera diedi fiori agli altar.
(alzandosi)
Nell'ora del dolore
perch
é, perché signore, perché me ne rimuneri così
Diedi gioielli
della madonna al manto,
e diedi il canto
agli astri, al ciel, che ne ridean pi
ù belli.
Nell'ora del dolore,
perché, perché signore,
perché me ne rimuneri così

(...)

Tosca:

Mi vuoi supplice ai tuoi piedi!
(inginocchiandosi innanzi a Scarpia)
Vedi,
le man giunte io stendo a te!
e mercé d'un tuo detto, vinta, aspetto... 

Scarpia:

Sei troppo bella, Tosca, e troppo amante. 
Cedo. A misero prezzo
tu, a me una vita, io, a te chieggo un istante! 

(...)

Tosca:
Questo è il bacio di Tosca!!!!
Tosca lo ha colpito in pieno petto

E' morto..or gli perdono
E avanti a lui tremava tutta Roma....



Estratti dall'ATTO III

Cavaradossi:
Io lascio al mondo una persona cara. 
Consentite ch'io le scriva un sol motto.
Unico resto di mia ricchezza è questo anel... 
se promettete
di consegnarle il mio ultimo addio,
esso è vostro... 

Carceriere:
Scrivete!

Cavaradossi:

E lucevan le stelle... e olezzava
la terra... 

stridea l'uscio dell'orto... 
e un passo sfiorava la rena... 
entrava ella, fragrante,
mi cadea fra le braccia...

Oh! dolci baci, o languide carezze, 
mentr'io fremente
le belle forme disciogliea dai veli!

Svanì per sempre il sogno mio d'amore... 
l'ora è fuggita...
e muoio disperato!

E non ho amato mai tanto la vita!...

Cavaradossi:

«Franchigia a Floria Tosca...


Tosca:

«e al cavaliere che l'accompagna»

Cavaradossi:

Scarpia!...Scarpia che cede? La prima sua grazia è questa...
 (guarda il foglio; ne vede la firma)
(guardando Tosca con intenzione)

Tosca:
E l'ultima! 

Cavaradossi:

Che dici?

Tosca:

Il tuo sangue o il mio amore volea... 
Fur vani scongiuri e pianti. 
Invan, pazza d'orror,
alla madonna mi volsi e ai santi... 

l'empio mostro dicea: 
già nei
cieli il patibol le braccia leva! 

Rullavano i tamburi...
rideva, l'empio mostro... rideva... gi
à la sua preda pronto a ghermir! 
«Sei mia!» ~ Sì. ~ Alla sua brama mi promisi. 
Lì presso
luccicava una lama...
ei scrisse il foglio liberator,
venne all'orrendo amplesso...
io quella lama gli piantai nel cor. 


Cavaradossi:

Tu!... di tua man l'uccidesti? ~ tu pia, tu benigna, ~ e per me!

Tosca:
N'ebbi le man tutte lorde di sangue!... 

Cavaradossi:

O dolci mani mansuete e pure,
o mani elette a bell'opre e pietose,
a carezzar fanciulli, a coglier rose,
a pregar, giunte, per le sventure, dunque in voi, 

fatte dall'amor secure, giustizia le sue sacre armi depose? 
Voi deste morte, o man vittoriose,
o dolci mani mansuete e pure!... 


(...)

Tosca:

Chi si duole in terra più? Senti effluvi di rose?!...
non ti par che le cose
aspettan tutte innamorate il sole?...


Cavaradossi:

(colla più tenera commozione)
Amaro sol per te m'era morire,
da te la vita prende ogni splendore, 

all'esser mio la gioia ed il desire nascon di te, come di fiamma ardore.
Io folgorare i cieli e scolorire vedrò nell'occhio tuo rivelatore, 
e la beltà delle cose più mire avrà sol da te voce e colore. 

Tosca:

Amor che seppe a te vita serbare,
ci sar
à guida in terra, e in mar nocchier... 
e vago farà il mondo riguardare.
Finch
é congiunti alle celesti sfere dileguerem, 
siccome alte sul mare
a sol cadente,
(fissando come in una visione)
nuvole leggere!... 

Cavaradossi:

Parlami ancora come dianzi parlavi, è così dolce il suon della tua voce!

Tosca:
(si abbandona quasi estasiata, quindi poco a poco accalorandosi)
Uniti ed esulanti
diffonderem pe 'l mondo i nostri amori, armonie di colori... 


Cavaradossi:

...armonie di canti diffonderem.

Tosca e Cavaradossi:

Trionfal,
di nova speme l'anima freme di celestial crescente ardor.

Ed in armonico vol già l'anima va all'estasi d'amor. 

Tosca:

Gli occhi ti chiuderò con mille baci e mille ti dirò nomi d'amor. 

(...)

Tosca:

Com'è lunga l'attesa!
Perch
é indugiano ancor?... Già sorge il sole...
Perché indugiano ancora?... è una commedia,
lo so... ma questa angoscia eterna pare!... 

(...)

Spoletta:
Ah Tosca! Pagherai ben cara la sua vita!

Tosca:
Colla mia!
all'urto inaspettato Spoletta dà addietro e Tosca rapida gli sfugge, passa avanti a
Sciarrone ancora sulla scala e correndo al parapetto si getta nel vuoto gridando:
O Scarpia!
AVANTI A DIO!!!!!!


sabato 21 febbraio 2015

Perle Junghiane


Klimt - Due amanti


"Attendiamo una vita nell'attesa che accada qualcosa, per poi scoprire che quel qualcosa non è altro che l'attesa"

"Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo
per evitare di confrontarsi con la propria anima.
Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore."

"Molti sopravvalutano erroneamente il ruolo della forza di volontà ritenendo che tutto ciò che avviene nella loro mente venga deciso e voluto deliberatamente da essi. In realtà bisogna imparare a distinguere accuratamente tra i contenuti intenzionali e quelli non intenzionali della mente. I primi derivano dalla personalità dell'ego; i secondi nascono da una fonte che non è identica all'ego, ma costruisce l'altro lato di esso. "

"L'uomo può realizzare delle cose stupefacenti se queste hanno un senso per lui"

"Nessun albero può crescere fino al paradiso se le sue radici non scendono fino all'inferno"

"Se osservi la tua solitudine siete in almeno due: Tu e la solitudine."

"Se il pensiero porta a ciò che è inconcepibile, allora è tempo di tornare alla vita semplice. Quello che non risolve il pensiero, lo risolve invece la vita."

"Rendi cosciente l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino"

"Non mi sono accadute che cose inaspettate. Molto avrebbe potuto essere diverso se io fossi stato diverso: Ma tutto è stato come doveva essere; perchè tutto è avvenuto in quanto io sono come sono."

"Se vai dal pensiero, porta il cuore con te. Se vai dall’amore, porta la testa con te. Vuoto è l’amore senza il pensiero, vuoto il pensiero senza l’amore."


lunedì 9 febbraio 2015

QUASI (Luis Ferdinando Verissimo)



QUASI   (Luis Ferdinando Verissimo)

Ancor peggio della convinzione del no,
l’incertezza del forse è la disillusione di un”quasi”.
E’ il quasi che mi disturba, che mi intristisce,
che mi ammazza portando tutto quello che poteva essere stato e non è stato.
Chi ha quasi vinto gioca ancora,
Chi è quasi passato studia ancora,
Chi è quasi morto è vivo,
Chi ha quasi amato non ha amato.
Basta pensare alle opportunità che sono scappate tra le dita,
alle opportunità che si perdono per paura,
alle idee che non usciranno mai dalla carta
per questa maledetta mania di vivere in autunno.
Mi chiedo, a volte, cosa ci porta a scegliere una vita piatta;
o meglio, non mi chiedo, contesto.
La risposta la so a memoria,
è stampata nella distanza e freddezza dei sorrisi,
nella debolezza degli abbracci,
nell’indifferenza dei “buongiorno” quasi sussurrati.
Avanza vigliaccheria e manca coraggio perfino per essere felice.
La passione brucia, l’amore fa impazzire, il desiderio tradisce.
Forse questi possono essere motivi per decidere tra allegria e dolore, sentire il niente, ma non lo sono.
Se la virtù stesse proprio nei mezzi termini, il mare non avrebbe le onde, i giorni sarebbero nuvolosi
e l’arcobaleno in toni di grigio.
Il niente non illumina, non ispira, non affligge, nè calma,
amplia solamente il vuoto che ognuno porta dentro di sè.
Non è che la fede muova le montagne,
nè che tutte le stelle siano raggiungibili,
per le cose che non possono essere cambiate
ci resta solamente la pazienza,
però, preferire la sconfitta anticipata al dubbio della vittoria
è sprecare l’opportunità di meritare.
Per gli errori esiste perdono; per gli insuccessi, opportunità;
per gli amori impossibili, tempo.
A niente serve assediare un cuore vuoto o risparmiare l’anima.
Un romanzo la cui fine è istantanea o indolore non è un romanzo.
Non lasciare che la nostalgia soffochi, che la routine ti abitui,
che la paura ti impedisca di tentare.
Dubita del destino e credi a te stesso.
Spreca più ore realizzando piuttosto che sognando,
facendo piuttosto che pianificando, vivendo piuttosto che aspettando
perchè, già che chi quasi muore è vivo,
chi quasi vive è già morto!!!

domenica 18 gennaio 2015

Gioia e dolore (K.Gibran)





"Allora una donna disse: Parlaci della Gioia e del Dolore.

E lui rispose:
La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime.

E come può essere altrimenti?
Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata nel forno del vasaio?
E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?
Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi ora gioia.
E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
Ma io vi dico che sono inseparabili.
Giungono insieme, e se l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro è addormentato nel vostro letto.
In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento, così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere."



( Kahlil Gibran,1883/1931, poeta e filosofo libanese, Il Profeta)