domenica 16 maggio 2010






TERZA PARETE

Prima parte: L’anelito alla felicità trova compimento nella poesia / III.Adagio molto e cantabile
Nel terzo momento del Fregio si placa la tensione suscitata dalla parete con le “Forze ostili”: “L’anelito alla felicità trova compimento nella poesia”.
Questa è rappresentata da una figura cara a Klimt, la suonatrice di lira, che l’artista aveva già impiegato nelle versioni di “Musica”.
Al caos della voluttà l’artista oppone il regno ideale dell’arte. Intanto prosegue il “Volo degli struggimenti e desideri degli uomini”, iniziato nella prima parete e molto velato nella seconda.
Esso trova un termine in figure femminili eteree, con occhi chiusi ed abiti leggeri, che sembrano veleggiare lungo il bordo superiore del fregio.



Seconda parte: Gioia, meravigliosa scintilla divina – questo bacio a tutto il mondo / IV.Presto – “O Freunde, nichte diese Tone”. Presto

La parte conclusiva del Fregio rappresenta la felicità raggiunta, espressa in una scena nuovamente affollata, perfetto parallelo dipinto dell’Ode alla Gioia di Schiller.
Il catalogo della mostra spiega che “Le arti ci conducono fino al regno dell’ideale, ove soltanto possiamo trovare pura gioia, pura felicità, puro amore.”
L’azione è scandita dalla successione di tre gruppi: una colonna di figure femminili cui fa da sfondo una fiamma dorata, il Coro degli Angeli del Paradiso e l’abbraccio di una coppia.
Le donne sono sempre protagoniste, ma l’artista le spoglia della connotazione maligna e minacciosa che trionfava nella parete con le Forze Ostili.
Le figure vengono rigorosamente stilizzate, tanto da parere quasi ornamenti esse stesse. La ripetizione dei visi, delle pose e degli abiti conferisce all’insieme un carattere rituale e i personaggi femminili appaioni ora non più streghe, ma vestali; domina un’impressione di armonia, accentuata dall’ondeggiare delle linee e dall’uso di colori brillanti, sovrastati dalla presenza dell’oro, che evoca un’idea di sacralità.
L’abbraccio finale è protetto da una grande campana, che accoglie al suo interno una rappresentazione simbolica dell’Eden.
Klimt agisce ancora in parallelo alla lettura della Sinfonia ideata da Wagner, che interpretava in chiave divina i versi di Schiller, affermando che “in questa unione con l’Amore umano universale, consacrato da Dio, ci è concesso di godere la più pura delle gioie”.

SECONDA PARETE
Le forze ostili / II.Molto vivace
Il catalogo della Mostra per cui l’affresco era stato eseguito forniva la seguente dicitura: “Il gigante Tifeo, contro il quale gli stessi dei inutilmente combatterono, le sue tre figlie, le Gorgoni. Malattia,Follia,Morte. Voluttà e Lussuria, Eccesso, Angoscia che rode”.
Mentre Tifeo veniva rappresentato come un enorme gorilla, le allegorie prendevano forma di creature femminili, ammaliatrici e pericolose, in cui il pittore esasperava il tipo della donna fatale (alimentato dagli scrittori contemporanei).
Sguardi, gesti,capelli e posture caricano infatti i corpi nudi di una prepotente sensualità, che pare materializzare le teorie freudiane sul desiderio e la paura.
L’intento di Klimt era di dare un’interpretazione grafica della lettura della Nona Sinfonia data da Richard Wagner nel 1846. In un programma esplicativo che accompagnava l’esecuzione, il compositore si era servito di citazioni da Goethe per interpretare le sensazioni destate dalla musica. Per il Secondo movimento parlava di “Voluttà selvaggia…ebbrezza del goder doloroso” e di alternanza di piacere e angoscia.
Klimt traduceva così con un’ eccezionale potenza figurativa le parole wagneriane, utilizzando tonalità scure e coprendo ogni centimetro di pittura con effetto quasi soffocante.
Sulla destra sono evidenti in alto Malattia, Follia e Morte. Sotto esse le tre Gorgoni. Accanto a Tifeo sulla destra di chi osserva, Voluttà, Lussuria ed Eccesso.
L’assalto visivo delle demoni affollate in questa metà sinistra si stempera con il procedere della scena, dove le volute di un’interminabile coda di serpente fanno da sfondo alla lugubre figura dell’Angoscia, preparando lo sguardo del visitatore al passaggio ad un nuovo momento narrativo, mediato dalla figura in alto sulla destra, continuazione del “volo” di cui alla prima parete.
PRIMA PARETE
Le suppliche del debole genere umano / I. Allegro ma non troppo, un poco maestoso
Nella prima porzione del fregio le tre figure nude incarnano “Le suppliche del genere umano”, suppliche rivolte ad un cavaliere in armatura.
Tali figure sono ispirate all’arte simbolica contemporanea
Il cavaliere ha le sembianze di Gustav Mahler, il compositore che all’epoca dirigeva la Staatsoper, mentre la sua armatura riproduce quella tardo quattrocentesca dell’Arciduca Sigismondo del Tirolo.
Secondo alcuni l’idea di lotta insita nella scena alluderebbe alla battaglia condotta da Klimt contro i suoi numerosi detrattori.
Nella porzione superiore si intravede una lunga scia che si snoda per tutte e tre le pareti, maggiormente evidente nella terza parete, che rappresenta “Il volo degli struggimenti e dei desideri degli uomini”.

sabato 15 maggio 2010

KLIMT: Il fregio della Nona Sinfonia di Beethoven al Museo della Secessione



Nel 1902 Klimt realizzò per la Mostra della Secessione l'affresco ora esposto al museo della secessione a Vienna.
Esso consta nella rappresentazione grafica della Nona Sinfonia di L.v. Beethoven attraverso un affresco che si snoda su tre pareti.