mercoledì 11 agosto 2010

FOTO VALLE DELLE MERAVIGLIE IN MOTO




E' online l'album fotografico del giro fatto a luglio nella Valle delle Meraviglie.
Dalle foto si capisce perchè si chiama così.

Le foto sono all'indirizzo:
http://www.flickr.com/photos/diariodibordodelcomandante/

domenica 13 giugno 2010

Anniversario della Battaglia di Marengo



Da: G.Puccini TOSCA Atto II

Sciarrone
: Eccellenza, quali nuove!
Scarpia: Che vuol dir quell'aria afflitta?
Sciarrone: Un messaggio di sconfitta!
Scarpia: Che sconfitta? Come? Dove?
Sciarrone: A Marengo!
Scarpia: Tartaruga!
Sciarrone: Bonaparte vincitor!
Scarpia: Melas...
Sciarrone: No...Melas è in fuga!

(Cavaradossi, che con ansia crescente ha udito le parole di Sciarrone trova nel proprio entusiasmo la forza di alzarsi minaccioso in fronte a Scarpia)

Cavaradossi: Vittoria! Vittoria! L'alba vindice appar che fa gli empi tremar! Libertà sorge crollan tirannidi! Del sofferto martir me vedrai qui gioir! Il tuo cor trema o Scarpia carnefice!


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Con queste parole nell'Opera di G.Puccini "Tosca" si fa riferimento alla Battaglia di Marengo, vinta dalle truppe dell'allora Primo Console Napoleone Bonaparte il 14 giugno 1800; la vittoria giunse insperata, addirittura dopo che gli Austriaci avevano inviato un messaggero a Vienna (e nel caso della Tosca, anche a Roma) comunicando l'avvenuta vittoria.
Nella Tosca, ambientata nello Stato Pontificio, la notizia della vittoria delle truppe austriache viene accolta con gioia al punto di celebrarla con il "Te Deum" di ringraziamento che chiuderà l'Atto I.
Ma la notizia dell'esito reale della battaglia giunge nel II Atto mentre Mario Cavaradossi, pittore che non nasconde le proprie simpatie illuministico-rivoluzionarie nonchè bonapartiste, viene torturato per ordine del malvagio Scarpia, Capo delle Guardie dello Stato Pontificio, per farsi rivelare il nascondiglio del fuggiasco Angelotti, Console della "Spenta Repubblica Romana" (cit.)
Il suo sfogo porta Scarpia a condannarlo a morte...ed il resto.....vale la pena vedere l'Opera!!!

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Dopo essersi fatto (auto)eleggere Primo Console, Napoleone Bonaparte intraprende la Seconda Campagna d'Italia, per riprendere il controllo completo dell'Italia del Nord, la futura Repubblica Cisalpina.
Genova, occupata dalle truppe francesi comandate dal Generale Massena cade, costringendo quest'ultimo alla fuga verso Tolone; Bonaparte allora decide di intervenire opponendosi agli Austriaci, con una mossa tanto astuta quanto coraggiosa per prendere di sorpresa il nemico: attraversare il Gran San Bernardo durante la primavera, ancora impervio a causa della neve.
Superato il Colle con l'artiglieria ed i cavalli, mossa riuscita in passato solo ad Annibale, Bonaparte assedia e conquista il Forte di Bard e si muove verso Ivrea, per acquartierarsi a Milano, con lo scopo di opporsi alla marcia delle truppe imperiali verso Vienna.
A Montebello, teatro peraltro successivamente di altra battaglia durante la II Guerra d'Indipendenza, i due eserciti entrano casualmente in contatto e danno l'inizio ad una prima scaramuccia bellica.
Lo scontro importante avverrà tra le truppe imperiali, che da Genova stavano ripiegando sulla strada per Vienna, e le truppe repubblicane, nei dintorni di Alessandria, a Spinetta Marengo il 14 giugno 1800.


All'inizio della battaglia le truppe austriache, assestate tra Alessandria ed il fiume Bormida si dividono su tre colonne: al centro il Gen. Melas, comandante in capo, a sinistra il gen. Ott (con l'incarico di puntare su Castelceriolo) e a destra il gen. O'Reilly.
Le truppe francesi invece sono disposte lungo la strada Tortona-Marengo-Alessandria.
Napoleone Bonaparte decide di dislocare un massiccio numero di truppe, comandate dal Gen.Desaix in direzione di Rivalta, per contare su una divisione di riserva, temendo di venire accerchiato.

Verso le 9 del mattino le truppe imperiali attraversano il fiume Bormida puntando su Marengo, dove i francesi, investiti dall'impeto del nemico, devono cedere posizioni, assestandosi ai margini di un piccolo rio, il Fontanone, ingranditosi per le recenti piogge.

Verso la fine della mattinata, Melas riesce ad avere il sopravvento sulle truppe del Gen. Victor, che arretrano ulteriormente. Il Gen. Ott, conquistato Castelceriolo dopo una strenue resistenza francese, attacca i francesi al fianco destro, tagliando di fatto fuori dal combattimento le truppe del Gen. Lannes. Le truppe repubblicane, strette così in una forbice, battono in ritirata verso San Giuliano.
La Guardia Consolare stessa accorre in soccorso per proteggere la ritirata.

Verso le 15 Melas, settantaduenne, delega il generale Zach ad inseguire i francesi per annientarli definitivamente durante la ritirata, e si stabilisce ad Alessandria da dove invia i suddetti messaggi di vittoria.
Nel pomeriggio tuttavia il generale Zach non riesce nell'intento di annientare definitivamente le truppe repubblicane in fuga.

Ma la battaglia vera non era ancora stata combattuta: verso le 17 il generale Desaix, richiamato da Bonaparte, arriva con l'artiglieria e congiuntamente all'attacco di una rinvigorita cavalleria, comandata dal generale Kellerman, che attacca sul fianco sinistro le colonne imperiali, contribuisce a riportare un'insperata quanto decisiva vittoria.
Desaix muore durante i combattimenti che cessano verso le ore 22.



La vittoria di Marengo porta ad un armistizio grazie al quale la Repubblica Francese torna padrona di gran parte dell'Italia Settentrionale, ritirandosi gli austriaci dietro la linea del Mincio.










domenica 16 maggio 2010






TERZA PARETE

Prima parte: L’anelito alla felicità trova compimento nella poesia / III.Adagio molto e cantabile
Nel terzo momento del Fregio si placa la tensione suscitata dalla parete con le “Forze ostili”: “L’anelito alla felicità trova compimento nella poesia”.
Questa è rappresentata da una figura cara a Klimt, la suonatrice di lira, che l’artista aveva già impiegato nelle versioni di “Musica”.
Al caos della voluttà l’artista oppone il regno ideale dell’arte. Intanto prosegue il “Volo degli struggimenti e desideri degli uomini”, iniziato nella prima parete e molto velato nella seconda.
Esso trova un termine in figure femminili eteree, con occhi chiusi ed abiti leggeri, che sembrano veleggiare lungo il bordo superiore del fregio.



Seconda parte: Gioia, meravigliosa scintilla divina – questo bacio a tutto il mondo / IV.Presto – “O Freunde, nichte diese Tone”. Presto

La parte conclusiva del Fregio rappresenta la felicità raggiunta, espressa in una scena nuovamente affollata, perfetto parallelo dipinto dell’Ode alla Gioia di Schiller.
Il catalogo della mostra spiega che “Le arti ci conducono fino al regno dell’ideale, ove soltanto possiamo trovare pura gioia, pura felicità, puro amore.”
L’azione è scandita dalla successione di tre gruppi: una colonna di figure femminili cui fa da sfondo una fiamma dorata, il Coro degli Angeli del Paradiso e l’abbraccio di una coppia.
Le donne sono sempre protagoniste, ma l’artista le spoglia della connotazione maligna e minacciosa che trionfava nella parete con le Forze Ostili.
Le figure vengono rigorosamente stilizzate, tanto da parere quasi ornamenti esse stesse. La ripetizione dei visi, delle pose e degli abiti conferisce all’insieme un carattere rituale e i personaggi femminili appaioni ora non più streghe, ma vestali; domina un’impressione di armonia, accentuata dall’ondeggiare delle linee e dall’uso di colori brillanti, sovrastati dalla presenza dell’oro, che evoca un’idea di sacralità.
L’abbraccio finale è protetto da una grande campana, che accoglie al suo interno una rappresentazione simbolica dell’Eden.
Klimt agisce ancora in parallelo alla lettura della Sinfonia ideata da Wagner, che interpretava in chiave divina i versi di Schiller, affermando che “in questa unione con l’Amore umano universale, consacrato da Dio, ci è concesso di godere la più pura delle gioie”.

SECONDA PARETE
Le forze ostili / II.Molto vivace
Il catalogo della Mostra per cui l’affresco era stato eseguito forniva la seguente dicitura: “Il gigante Tifeo, contro il quale gli stessi dei inutilmente combatterono, le sue tre figlie, le Gorgoni. Malattia,Follia,Morte. Voluttà e Lussuria, Eccesso, Angoscia che rode”.
Mentre Tifeo veniva rappresentato come un enorme gorilla, le allegorie prendevano forma di creature femminili, ammaliatrici e pericolose, in cui il pittore esasperava il tipo della donna fatale (alimentato dagli scrittori contemporanei).
Sguardi, gesti,capelli e posture caricano infatti i corpi nudi di una prepotente sensualità, che pare materializzare le teorie freudiane sul desiderio e la paura.
L’intento di Klimt era di dare un’interpretazione grafica della lettura della Nona Sinfonia data da Richard Wagner nel 1846. In un programma esplicativo che accompagnava l’esecuzione, il compositore si era servito di citazioni da Goethe per interpretare le sensazioni destate dalla musica. Per il Secondo movimento parlava di “Voluttà selvaggia…ebbrezza del goder doloroso” e di alternanza di piacere e angoscia.
Klimt traduceva così con un’ eccezionale potenza figurativa le parole wagneriane, utilizzando tonalità scure e coprendo ogni centimetro di pittura con effetto quasi soffocante.
Sulla destra sono evidenti in alto Malattia, Follia e Morte. Sotto esse le tre Gorgoni. Accanto a Tifeo sulla destra di chi osserva, Voluttà, Lussuria ed Eccesso.
L’assalto visivo delle demoni affollate in questa metà sinistra si stempera con il procedere della scena, dove le volute di un’interminabile coda di serpente fanno da sfondo alla lugubre figura dell’Angoscia, preparando lo sguardo del visitatore al passaggio ad un nuovo momento narrativo, mediato dalla figura in alto sulla destra, continuazione del “volo” di cui alla prima parete.
PRIMA PARETE
Le suppliche del debole genere umano / I. Allegro ma non troppo, un poco maestoso
Nella prima porzione del fregio le tre figure nude incarnano “Le suppliche del genere umano”, suppliche rivolte ad un cavaliere in armatura.
Tali figure sono ispirate all’arte simbolica contemporanea
Il cavaliere ha le sembianze di Gustav Mahler, il compositore che all’epoca dirigeva la Staatsoper, mentre la sua armatura riproduce quella tardo quattrocentesca dell’Arciduca Sigismondo del Tirolo.
Secondo alcuni l’idea di lotta insita nella scena alluderebbe alla battaglia condotta da Klimt contro i suoi numerosi detrattori.
Nella porzione superiore si intravede una lunga scia che si snoda per tutte e tre le pareti, maggiormente evidente nella terza parete, che rappresenta “Il volo degli struggimenti e dei desideri degli uomini”.

sabato 15 maggio 2010

KLIMT: Il fregio della Nona Sinfonia di Beethoven al Museo della Secessione



Nel 1902 Klimt realizzò per la Mostra della Secessione l'affresco ora esposto al museo della secessione a Vienna.
Esso consta nella rappresentazione grafica della Nona Sinfonia di L.v. Beethoven attraverso un affresco che si snoda su tre pareti.

domenica 4 aprile 2010

FARSOPOLI

Ebbene sì……….anche in questo momento così buio, forse il più buio della storia bianconera, potrebbe aprirsi uno spiraglio di luce che, se confermato, si trasformerebbe in una tempesta solare capace di incenerire molte certezze ed accuse relative all’estate del 2006, meglio nota come l’estate di Calciopoli.
In questi mesi si sta celebrando il processo a Napoli e si stanno susseguendo gli interrogatori dei testimoni e dei principali attori dell’evento.
Nell’ultima settimana però il processo è entrato finalmente nel vivo con l’entrata in gioco di uno dei personaggi chiave, il Colonnello Auricchio (all’epoca era Maggiore……..), responsabile delle famose intercettazioni telefoniche dalle quali è partita l’indagine su Calciopoli.
Parto dal presupposto che la maggior parte dei tifosi juventini conosca la genesi e gli sviluppi di Calciopoli (in seguito denominata più correttamente Farsopoli) ma credo che, per rendere comprensibile a tutti il significato delle seguenti affermazioni, sia meglio fare una brevissima e rapida sintesi di che cosa è stata.

Prologo (2004): Muore Umberto Agnelli. John Elkann incontra J.C. Blanc e gli chiede la sua disponibilità futura a far parte della dirigenza della Juventus.

Premonizioni (2005): Franco Baldini, ex ds della Roma, annuncia a Benedetto Mazzini il ribaltone che avverrà nel mondo del calcio a breve (intercettazione telefonica).

Genesi (2006): In principio era la Triade, ma soprattutto Antonio Giraudo e Luciano Moggi.
Questo è il momento del loro maggior successo e potere, artefici straordinari della costruzione di una squadra che avrebbe dominato per parecchi anni in Italia e in Europa con a capo Fabio Capello. Giraudo e Moggi…….uomini di Umberto Agnelli e fedeli a questo ramo della famiglia. La loro volontà era quella di inserire ai vertici della società il figlio di Umberto, Andrea Agnelli, e probabilmente di mirare anche a qualcosa di più grosso nell’universo Fiat…….
I due “burattinai” Gabetti e Franzo Grande Stevens non potevano certo permettere tutto ciò…….anche perché loro avevano puntato sul giovane rampollo dell’altro ramo della famiglia, vale a dire John Elkann.
Con l’aiuto di un incredulo Tronchetti Provera (……vedersi offrire la testa della Juventus su un piatto d’argento non capita tutti i giorni……), della Telecom, di Guido Rossi e della Gazzetta dello Sport, partono le intercettazioni “mirate” che saranno la rampa di lancio di Calciopoli.
CALCIOPOLI NASCE QUINDI PER ELIMINARE GIRAUDO, MOGGI ED ANDREA AGNELLI.
Tutto ciò con il sacrificio della Juventus e dei suoi 113 anni di gloriosa storia.

Svolgimento ed epilogo (2006): Lo conosciamo tutti. Juventus in serie B (addirittura ringraziando…….), assoluta assenza di qualsiasi difesa, la Triade incenerita, nuova dirigenza composta da personaggi del Muppet show assolutamente estranei al mondo del calcio, svendita di diversi campioni della squadra e soprattutto la nascita dell’operazione “simpatia” (perfettamente riuscita con tutto il mondo antijuventino).

Sono passati quattro lunghi anni. Anni di sofferenza, di avvilimento e di rabbia per tutti i tifosi della vecchia signora.
Abbiamo assistito ad un campionato di serie B (…..mai avrei pensato potesse succedere una cosa simile…..), abbiamo assistito ad un ritorno in serie A e soprattutto abbiamo assistito ad uno squallido teatrino messo in scena da una banda di incapaci e assolutamente non interessati alle sorti della Juventus.
Solo così si spiegano campagne acquisti fallimentari e gloriosi proclami di progetti in costruzione miseramente falliti.

Lo spiraglio di luce a cui mi riferisco nasce invece da quello che sta avvenendo in questi giorni al processo di Napoli.
Potrebbe essere il tanto atteso “tsunami” che renderebbe parziale giustizia (….quella totale purtroppo non potrà mai essere resa……) alla Juventus ed ai suoi tifosi.
Ipotizzando uno scenario molto ottimistico potrebbero essere prese delle decisioni che non voglio neanche dire…….così per scaramanzia.

Fratelli bianconeri, attendiamo quindi fiduciosi questi sviluppi, uniti più che mai e soprattutto pronti a riprenderci quello che ci hanno tolto ingiustamente quattro anni fa.

Stefano Bellini

TuttoJuve.com