sabato 11 settembre 2010

Victor Hugo - L'uomo che ride (1869)

Questo romanzo di Victor Hugo certamente non è il più conosciuto.
Se qualcuno vi chiedesse qual è il romanzo più famoso scritto da Hugo senza dubbio alle mente affiorerebbe  per primo il nome de "I Miserabili", che - è un giudizio prettamente personale - è il libro più bello i mai scritto in merito a epopea, storia, società, sentimenti, amicizia, amore.
Mi è piaciuto talmente "I Miserabili" che da allora sono andato alla scoperta di altri capolavori Hughiani: "Novantatrè", "Notre dame de Paris" e questo "L'uomo che ride", forse il meno conosciuto.
Tralascio, per non divagare, altri capolavori (non apparteneti al genere del romanzo) di produzione Hughiana, quali "Le Roi s'amuse" (da cui il libretto del verdiano Rigoletto) oppure l"Ernani" (idem; esso è inoltre da ricordare per la sua importanza durante la Rivoluzione di Luglio del 1830).
"L'uomo che ride" è un romanzo dalle tinte fosche, ambientato  nell'Inghilterra  a cavallo tra XVII e XVIII secolo; un' Inghilterra ancora specchiantesi nei postumi della Rivoluzione Cromwelliana e della Restaurazione.
Interessante notare come "I Miserabili" e "Novantatrè" fossero invece strettamente connessi alle conseguenze storiche e sociali di  un'altra  a noi più ben nota rivoluzione: la "Révolution Francaise".


"L'uomo che ride" è la storia di un ragazzo abbandonato da commercianti di bambini nel momento in cui, in piena restaurazione, tale commercio viene improvvisamente bandito.
Il protagonista "ride", appunto, in modo permanente, poichè è stato deformato con  tecniche chirurgiche inenarrabili; queste ultime venivano praticate da tali commercianti di bambini allo scopo  di creare dei mostri da  vendere come saltimbanchi, giullari, attori.


Il caso vuole che il bambino di 10 anni abbandonato, Gwynplaine, trovi rifugio presso uno strano individuo, misantropo, girovago, che vive insieme ad un lupo addomesticato : ed ecco che entrano in scena Ursus (l'uomo) e Homo (il lupo).
Nel suo peregrinare, prima di ricevere ospitalità da Ursus, Gwynplaine aveva nel frattempo salvato una neonata da morte certa per il freddo; la neonata, successivamente chiamata Dea, sarebbe rimasta cieca a causa dell'esposizione al gelo invernale.


Con il passare degli anni, si viene a creare una sorta di 'famiglia' nomade, la quale, per via del bizzarro aspetto di Gwynplaine, l'uomo che ride, ottiene un notevole successo nel recitare rappresentazioni teatrali presso le corti del Paese. Contestualmente nasce una storia d'amore tra Dea e Gwynplaine.


D'altro canto, in un'ambientazione diametralmente opposta, cioè alla corte della Regina Anna, si viene a scoprire che tale Gwynplaine, in quanto figlio di un Nobile e Pari d'Inghilterra decaduto dopo la Restaurazione, Lord Linnaeus Clancharlie, è Pari di diritto.


Gwynplaine, così sottratto forzatamente alla sua "famiglia", si trova a dover scegliere tra l'amore per Dea e la rassicurazione emotiva dell'ambiente in cui è cresciuto ed i Lussi e gli Onori dell'essere Nobile, Pari d'Inghilterra con diritto di trono presso la Camera dei Lords - con tutto quello che ciò comporta,  compreso l'inspiegabile infatuazione che la Duchessa Josiane, illegittima figlia di Re Giacomo II manifesta per lui, nonostante la spaventosa deformità...


Tra le righe sono presenti numerosi e interessantissimi rimandi storici, dalla storia del feudalesimo in Inghilterra, all'evoluzione del Diritto, alla stessa Rivoluzione e successiva restaurazione.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.