domenica 10 ottobre 2010

La Carta e il territorio (Michel Houllebecq)

Il nuovo romanzo dello scrittore fraancese (tra l'atro selezionato per il premio Gouncourt) polemizza su alcuni aspetti della società, scagliandosi in particolare contro il mercato dell'arte; in particolare la critica contro l'arte moderna ed il mercato di essa si inserisce in una ben più ampia critica contro la società dell' oggi e del domani, iperglobalizzata e asettica.



Questa critica è presente in tutti i romanzi dello scrittore. Cosa apprezzo molto di lui non è la critica dal punto di vista "politico" e strumentale che pone alla globalizzazione (ma a leggere tra le righe il concetto che emerge è quello della" iperglobalizzazione"), ma la critica dal punto di vista "umano".
L'opera tutta di Houllebecq è pervasa da profondo cinismo e rassegnazione a questa realtà presente e futura, come si legge nelle ultime pagine del romanzo.
Tali cinismo e rassegnazione trovano massima espressione nel descrivere le solitudini quasi misantropiche dei protagonisti dei vari romanzi, di fatto estrinsecazioni autobiografiche. Disincanto, cinismo, quiete emotiva che fa seguito alla disillusione, ricorso al sesso mercenario sono caratteristiche quasi costanti che permeano la sua opera.
 Una prosa scorrevole ed ironica consente al lettore di scivolare velocemente verso la fine, chiedendosi quando uscirà il romanzo successivo.


CITAZIONI

(...) "Sono contento che tu sia autonomo", rispose il padre. "Ho conosciuto parecci tizi in vita mia che volevano diventare artisti e che erano mantenuti dai genitori; nessuno è riuscito a sfondare. E' curioso, si potrebbe credere che il isogno di esprimersi, di lasciare una traccia nel mondo, sia una forza potente; eppure di solito non basta. Ciò che funziona meglio, ciò che spinge con la massima violenza le persone a superare se stesse è ancora il puro e semplice bisogno di denaro". (...)


(...) Anche così, pensò Jed, potevano aspettarsi da parte degli albergatori un'accoglienza privilegiata: givane coppia urbana ricca, senza figli, esteticamente molto decorativa,ancora nella prima fase del loro amore - e perciò pronti a meravigliarsi di tutto, nella speranza di costituirsi una riserva di bei ricordi che sarebbero seviti loro al momento di affrontare gli anni difficili, che avrebberi forse anche permesso loro di superare una crisi di coppia - rappresentavano, per ogni professionista del ramo alberghiero e della ristorazione, l'archetipo dei clienti ideali. (...)


(...) A distanza di anni, dopo essersi lanciato nella "Serie dei mestieri semplici", Jed aveva progettato a più riprese di rrealizzare il ritratto di uno di quegli uomini che, casti e devoti, sempre meno numerosi, percorrevano le metropoli per apportarvi il conforto della fede. Ma si era arenato, non era nemmeno riuscito a cogliere il soggetto. I preti, eredi di una tradizione spirituale millenaria che nessuno più capiuva veramente, un tempo al primo posto della società, al termine di studi terribilmente lunghi e difficili che presupponevano la padronanza assoluta del latino, del diritto canonico, della teologia razionale e di altre materie quasi incomprensibili, erano ridotti ormai a vivere in condizioni materiali miserabili, prendevano il metrò in mezzo agli altri, andando da un gruppo di condivisioen del Vangelo a un seminario di alfabetizzazione, dicendo la messa ogni mattina per fedeli sempre più scarsi e più vecchi; ogni gioia sensuale era loro preclusa, persino i piaceri elementari della vita di famiglia, obbligati tuttavia dalla loro funzione a manifestare giorno dopo giorno un ottimismo indefettbile (...)


(...)...all'epoca del sorprendente trentennio di crescita economica tra il 1945 e il 1975, il viaggio aereo, simbolo dell'avventura tecnologica moderna, era tutt'altra cosa. Ancora riservato agli ingegneri e ai dirigenti, ai costruttori del mondo di domani, era destinato, nessuno ne dubitava nel contesto di una socialdemocrazia trionfante, a diventare sempre più accessibile agli strati popolari man mano che si sarebbero sviluppati il loro potere di acquisto e il loro tempo libero (il che del resto era in fondo successo, ma in seguito a una deviazione per l'ultraliberalismo simboleggiato in maniera adeguata dalle compagnie lowcost e a prezzo di una totale perdita del prestigio in recedenza associato al trasporto aereo).

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